Villa Concina

 

La villa fu costruita nel ‘700 e molto rimaneggiata nel corso dei secoli, per adattarla via via alle diverse esigenze dei proprietari.
Le notizie su Villa Concina sono piuttosto scarse e limitate a pochi documenti, fra cui va ricordato il Catasto Napoleonico del 1809 che la cita come “Casa di vigilatura”. L’impianto, piuttosto semplice, si compone di due piani secondo un’articolazione dello spazio che è tipica dei palazzi veneziani, con salone centrale e stanze laterali. I prospetti principali sono sottolineati dal balcone ad arco ribassato del piano nobile e dalla sopraelevazione centrale a timpano triangolare, quest’ultimo ripreso nelle facciate laterali.
Un elemento architettonicamente interessante è la presenza di un balcone centrale con apertura a trifora, di carattere secentesco. Le torrette laterali sono invece di fattura tarda e probabilmente adibite a funzioni di servizio (bagno e ripostiglio). A Ida Concina spetta la prima denuncia catastale nel 1940, mentre al nipote Alberto Sgaravatti la vendita della villa al Comune di Dolo nel 1982. La villa è stata acquistata dal Comune di Dolo assieme alle adiacenze (barchesse e casette a schiera) che in parte sono state restaurate. Dall’ente pubblico è stato ripristinato e aperto alla comunità il parco. Dal 2000 ospita la Biblioteca comunale.